Dall’album dei ricordi Stelvio Agosto 2003

I una bella giornata d’agosto un gruppetto di impavidi capitanato dal presidente Giuseppe Fina e composto da Gianni Marnini, Gigi e Dario Re, Paolo Belloni, Orazio Scuri, Massimo Mingardi, Augusto Castodi, Paolo Ferrandi, Guido Marzaroli, Guido Colombo, Enrico Colombo, Piergiorgio Colombo, Giovanni Longari, Mario Bartalini e l’amico Antonio Ardito, parte di buon’ora per essere alla partenza alle 8,30 a Sondalo.

Dopo qualche chilometro arriva la prima difficoltà, una salitella di 3 Km con strappetti del 14% poi, tutto liscio fino a Bormio.

Alle 9,30 circa iniziamo la scalata, nonostante i 1350 metri di altitudine, fa caldo, un caldo inusuale.

Mario ed Eros ci seguono con l’auto, non si sa mai, un pò di aiuto può sempre essere utile.

I primi chilometri non sono impegnativi, scorrono veloci sotto alle ruote ma, Augusto non è in forma, ha problemi di stomaco, sale con difficoltà. Alla fine nonostante tutto l’impegno è costretto ad arrendersi. Non è proprio la giornata giusta.

Paolo Ferrandi ha iniziato bene, sale agile con la sua tripla per circa 3 Km ma poi, il caldo, la pendenza e la fatica conseguente, lo bloccano.

Il resto del gruppo sale sgranandosi lentamente. Prima delle gallerie la pendenza si fà più importante, i tornanti si susseguono, a tratti si può scorgere la strada sotto con gli altri che arrampicano. La valle si

raccoglie e si continua a salire, si passa in una serie gallerie fredde, buie, strette, gocciolanti e con pessimo asfalto. Non abbiamo luci e si ha il timore di non essere visti dagli automobilisti e dai motociclisti che salgono e scendono.

In galleria , incontriamo un ciclista carico di borse e bagagli. Sta salendo a piedi tenendo la bici per mano, con tutto quel carico è davvero un’impresa. Mi fermo a salutarlo, e scopro che proviene dalla Repubblica Ceca, da Praga, ed è diretto a Venezia. Passare per lo Stelvio non è la via più breve nè la più facile ma sicuramente quella più affascinate e lui, non ha resistito alla tentazione di scalarlo.

Il gruppo si è completamete sgranato, si continua a salire nel caldo fuori stagione. All’inizio di un tratto “pianeggiante” c’è una fontanella di acqua fresca, una vera manna, abbiamo sudato parecchio e le riserve d’acqua si sono lentamente esaurite. La sosta è d’obbligo, un bel sorso, un pieno alla borraccia e via di nuovo.

Sembra di intravedere lontano, lassù, il passo, la fine della fatica ma, potrebbe essere un miraggio.

Si prosegue velocemete in una valle aperta, su un tratto pianeggiante e addirittura con una leggera discesa.

Poi, inizia il tratto finale, una serie di curve e tornanti con pendenze a volte notevoli ma con dei panorami mozzafiato. Si vedono lontano salire i compagni che ora sono parte del paesaggio.

Alle 11 circa giungiamo in vetta. Nonostante i 2758 metri di quota, non fa freddo, avremmo potuto trovare una bufera di neve meglio ma, meglio così, non ci dispiace. La bufera la affronteremo la prossima volta.

Qualche attimo di ristoro coi viveri dell’auto al seguito, alcune foto ricordo e la foto di gruppo ad apporre la firma finale alla giornata.

Un saluto al Re Stelvio e ci tuffiamo velocemente giù, di nuovo verso Bormio.

Alle 14 circa siamo al ristorante, a recuperare le energie spese. Un bel piatto di pizzocheri poi, polenta con brasato e un bicchiere di vino ci rimettono di nuovo in forma, pronti per una nuova avventura.

Vedi anche la descrizione della salita da Prato allo Stelvio nel sito

salitomania.it.