Dall’album dei ricordi: Oderzo-Falcade-Oderzo 2005

…Venerdì 24 Giugno, alle 8.00, parte il primo gruppo, quelli che parteciperanno anche alla Settimana Dolomitica. Sono in 20, in 8 sul pullmino Amspo con un autista d’eccezione, Eros Valneri, e gli altri, con le auto di Giuseppe Fina, Dario Re e Claudio Allodi.

Altri 25, 15 ciclisti coi famigliari, partono il pomeriggio alle 14 per incontrarsi ad Oderzo.

Nel frattempo, il primo gruppo si reca alla sede del Pedale Opitergino per completare le operazioni di iscrizione e ritirale i pacchi gara.

Alle 19.30 circa, arriva il pullman col secondo gruppo, gli lasciamo giusto il tempo di darsi una sciacquata veloce e, via, ci aspettano a qualche km per la cena, all’albergo che avrebbe dovuto ospitarci ma, per un matrimonio del giorno dopo con qualche parente di troppo che è rimasto a dormire, non ha potuto darci anche l’alloggio. Ci accoglie la proprietaria, una simpatica signora, che ci offre un’ottima cena con un ottimo vino. E se il vino non lo troviamo buono qui dove lo potremmo trovare?

Alle 8 di domenica, su un grande piazzale antistante un salone d’auto, il raduno dei circa 400 partecipanti pronti a percorrere i 120 km che separano Oderzo da Falcade.

Si parte con una andatura tranquilla e si fa un lungo giro attorno e attraverso la bella cittadina di Oderzo poi, ci si dirige verso Vittorio Veneto poi, Ponte delle Alpi e Belluno. Fa un gran caldo e c’è aria afosa, si deve bere molto e continuamente, il primo ristoro è davvero provvidenziale, ci viene offerto da bere e da mangiare in abbondanza.

Poi, piano piano, si sale ancora fino ad Agordo (611 m) e poi a Cencenighe ( 773 m). Qui, prima dell’ultima salita, a 10 km, c’è un secondo ristoro che ha lo scopo ulteriore di lasciare libera la strada alle auto che hanno atteso, più o meno pazientemente, dietro al colorato gruppone. Infine, con pendenze sempre maggiori, l’ultima fatica fino all’arrivo a Falcade a 1145 m sul mare.

Ed anche qui un grandioso ristoro con bevande, fette crostata, mele ed anche fette di deliziosa e fresca anguria. Un omone con un grande coltello ne ha affettate, in continuazione, circa 400 kg ! Quasi un Guinness.

Per chi lo desidera, c’è il brevetto della scalata al Passo San Pellegrino (1918 m), con tanto di cronometraggio ufficiale. Poco più su, vi è un punto dove i cronometristi rilevano il tempo e il numero del concorrente e poi, alla vetta, altri cronometristi rilevano il tempo finale. Una cosa molto simpatica fatta con semplicità e serietà, ed anche, in vetta, riparati dietro al muro di una casa, un tavolo ristoro con bevande calde e fredde e gente simpatica.

La scalata è lunga 9 km di cui 3 con pendenze davvero superbe, tra il 12 e il 17 %. Fino al bivio per il Passo Valles si sale con regolarità tra 6 e 8 % poi subito sale oltre il 10 e poi si alternano tratti più o meno duri ma mai sotto l’ 8%, e in un tratto un cartello segnaletico, a lato della strada, avverte di un bel 18%, anche se, la pendenza effettiva è di poco sotto. Il tratto finale è invece sotto l’ 8 % ma le gambe, ormai stanche, lo sentono come fosse il 12.

Alla sera, in un paesino poco sotto Falcade, alla premiazione, è risultato vincitore un tedesco con il tempo di 42′ circa, secondo, il nostro Lorenzo Scarazini e, quinto, un altro nostro, Marco Paleari. Gli altri 3 nostri partecipanti si sono piazzati con onore, tra i 60 partecipanti, verso la 30° posizione a più di 20′ dal vincitore.

Nella stessa serata, allietata da un duo musicale, si è svolta anche la premiazione della prima tappa Oderzo-Falcade e noi, come già sapevamo, in 35, ci siamo classificati al 1° posto, oltre una decina in più della seconda classificata, una società della zona.

Siamo stati alloggiati all’Hotel Val Garès a Canale D’Agordo(976 m), il paese natale di Papa Luciani, in una zona tranquillissima, con veduta sul versante nord delle Pale di San Martino.

Alla sera e durante le prime ore della notte, una pioggia consistente ci ha fatto temere una seconda tappa bagnata ma, con grande sorpresa, al mattino c’era un cielo limpido ed azzurro ed un’aria alquanto frizzante.

La partenza era su a Falcade, 169 m più su, non tutti se la sono sentita di risalire ed hanno aspettato il passaggio gruppo in discesa.

La tappa di domenica seguiva un percorso diverso non tutto in discesa come si pensava ma, con 3 salite impegnative. La prima ci porta lungo una stradina, stretta ma suggestiva, a Losego (713 m), si scende a Cadola (380 m), si risale a Pieve di Alpago (690 m) e infine, dopo aver costeggiato il Lago di Santa Croce, sul versante est, opposto a quello di andata, e dopo il ristoro a Farra d’Alpago, la Sella di Fadalto (488 m). Da questo punto è davvero tutta discesa, lieve ma sempre discesa e l’andatura, in coda, a volte è elevata, anche altre 40 km/h. Il caldo e l’afa ci fanno rimpiangere il fresco inizio di giornata, alcuni km prima di entrare in Oderzo, il nostro gruppo si compatta e si mantiene così fino

all’arrivo, trionfale, alla Cantina Sociale di Oderzo.

Qui, in mezzo alle grandi “botti” in acciaio inox, al fresco, rispetto alla temperatura esterna, è stata allestita una immensa tavolata per ciclisti e accompagnatori. Con grande ordine e organizzazione hanno servito a tutti un piatto di pasta, un secondo, vino bianco e rosso a volontà, cavato direttamente dalle botti e, infine, anche un buon caffè.

Dato il gran numero di persone presenti da servire, la premiazione si è posticipata di almeno un’ora ma, del resto, non credo proprio che avrebbero potuto fare meglio!

Sul tavolo delle premiazioni erano giacenti un gran numero di coppe e trofei, il presentatore, lo stesso della serata precedente, coudiuvato anche dal Presidente del Pedale Opitergino, Primo Minello, dal Presidente Onorario, Aldo Costariol, dal Vice Presidente, Luigino Borsoi, ed altri ancora hanno premiato gran parte dei gruppi partecipanti.

Anche qui, in questa giornata, ci siamo piazzati al primo posto e non solo, abbiamo conquistato, inaspettatamente, il primo posto anche nella Classifica per il Campionato Italiano di Cicloturismo; tre Trofei in 2 giorni, un bel risultato, non c’è che dire!

Paolo Belloni