Dall’album dei ricordi Luglio Settembre 2002 Tre più tre passi svizzeri

Luglio 2002

Hanno partecipato: Giuseppe Fina, Paolo Belloni, Gigi Re, Giovanni Marnini ed Ernesto Zanin

Partiti di buon’ ora, alle 6.00, alle 8 eravamo già a Giornico, a metà strada tra Bellinzona ed Airolo.

Siamo a Giornico, a 391 metri di quota, a 28 km da Airolo, lasciamo I’ auto nel paesino a un passo da una fontanella. Ci sarà utile al ritorno per sciacquarci e dissetarci. L’ aria è fresca e la si sente volentieri.La strada sale leggermente, con pendenze che solo nei pressi di Lavorgo toccano il 4%, fino ad Airolo. Da qui, la musica cambia, si imbocca destra la via per la Val Tremola, e subito la strada si arrampica con maggior decisione. Sono 13 km di strada con una pendenza media del 7,8% con molti tratti lastricati sopra i quali la bici “tremola” in continuazione. Il tratto finale è caratterizzato da numerosi tornanti dai quali si scorge, sotto, la strada che zigzagando s’ arrampica fino a 2108 metri di altitudine. Non siamo gli unici, altri, come noi, sono alla conquista della vetta.I passo, fa bella vista il laghetto alpino, poco distante corre la superstrada che valica anch’ essa il passo. Una sosta veloce per una foto, uno sguardo al panorama, un bel panino e via giù per una strada a tratti ripida e veloce fino a innestarsi con la strada principale. Da qui, si scivola lungo ampie curve fino a Hospental a 1456 metri. Qui si gira a sinistra e subito si comincia blandamente a salire verso il Furka Pass. Dopo 6 km si arriva a Realp a 1538 metri e, dopo altri 13 km con pendenza media del 7,1%, tra tornanti e rettilinei si arriva in vetta a 2431 metri. La salita è lunga ma non molto ripida, il traffico è generalmente scarso, il panorama è superbo. Si scorge il passo già molto prima di arrivarci e questo aumenta la sofferenza. Sembra lì, a un passo, e mai arriva.

C’è un sole stupendo e I’ aria è comunque frizzante, del resto, siamo piuttosto in alto. Incrociamo una coppia, in tandem, che sfreccia giù, in discesa. Lui, alla guida, è a torso nudo, è un italiano anch’ egli e ci salutiamo.

Breve pausa per foto, ristoro e per “riparare” gli occhiali di Gigi che, hanno perso la microscopica vitina che tiene la stanghetta. Poco sotto, altra sosta d’ obbligo sotto il maestoso ghiacciaio da cui nasce il Rodano. E’ una lunga lingua di ghiaccio che scende fin quasi alla strada. Sappiamo poi che è visitabile, a pagamento, dall’ interno, attraverso una galleria scavata sotto il ghiaccio.

Guardando verso valle si scorge il lungo serpentone che scende nella valle fino a Gletsch e a destra in alto un altro serpentone che sale in alto. E’ la strada che porta al Grimsel Pass.

Scendiamo velocemente e in attimo, si fa ‘per dire, siamo a valle, a Obervald. Qui un trenino a carbone è in attesa di partire. Dal fumaiolo esce un denso fumo nero che si sparge nella valle.

Scendiamo ancora un po’ fino ai 1300 metri di Ulrichen e da qui, a sinistra, inizia la salita più dura e più lunga di tutto il giro. Abbiamo già percorso 90 km e, le gambe lo sentono. Abbiamo davanti 13 km di salita con una pendenza media del 9,1%.

Piano piano si sale, sotto il sole a picco. Dopo qualche km Gianni comincia ad accusare la fatica, pensa di non essersi nutrito a sufficienza. Arranca lentamente con la tripla. Lo incoraggiamo a non mollare. Il motto è: piano ma, sempre!

Al km 7 circa getta la spugna e sale, per qualche tratto, a piedi e poi, ancora in bici. Constatato che in bici sale a 4 km/h e a piedi a 3 …. decide di farsi un bel pezzo a piedi anzi, si toglie le scarpe per camminare meglio. La pendenza è sempre oltre il 10%. Gli suggerisco di fare I’ autostop, perché anche a piedi la sofferenza non è poca. Tentenna ma, alla fine si volta e ferma un camion. Il camionista, forse svizzero, gentilmente gli carica la bici. Gigi è lì vicino e lo osserva poi, ne approfitta, carica anch’ egli la bici e via. Almeno fino alla vetta non ci pensiamo più.

Ernesto e Giuseppe sono già avanti, si scorgono in alto mentre girano sui tornanti. lo decido di proseguire in bici, mancano 3-4 km e mi sento ancora abbastanza in forze.

Arrivo in vetta e scorgo il camion che è ripartito da poco. Ci fermiamo a lungo ad ammirare il panorama, quella strada che si vede snodarsi nella valle. Non ci sembra vero ma siamo saliti da lì, abbiamo impiegato quasi 3 ore ma, ce I’ abbiamo fatta. Da qui è tutta discesa fino all’ auto, quasi 60 km ininterrotti.

Alle 17,30 arriviamo all’ auto a Giornico. Abbiamo percorso quasi 160 km, con 3160 metri di dislivello, siamo stanchi ma, veramente soddisfatti. Stiamo già pensando ad un altro trittico.

Per saperne di più visita il sito di salitomania.it: Passo San Gottardo Furka Pass Nufenen Pass

Paolo Belloni.

1° Settembre 2002, Passo del San Gottardo – Oberalp Pass -Passo del Lucomagno

Settembre 2002

Al via: Giuseppe Fina, Paolo Belloni, Gigi Re, Sergio Morabito, Massimo Mingardi, Marco Paleari, Roberto Occa, Gianni Marnini e Lorenzo Scarazini.

Dopo I’ esperienza del primo trittico non si poteva fare a meno di organizzarne un altro! Questa volta si tratta d un giro di 157 km con 3177 metri circa di dislivello, con 67 km di salita sopra al 2%.L’ ultima volta è stato percorso, da alcuni del GS Amspo, nel 1995, alla manifestazione denominata “Trittico svizzero” con un tempo da lupi. Pioggia e neve hanno flagellato il gruppo per un lungo tratto. Stavolta siamo più numerosi, siamo in 9.Si parte da Biasca alle 8,30, la temperatura è fresca nonostante sia settembre. Ad Airolo imbocchiamo la Val Tremola, e pian piano ci arrampichiamo fino al passo. Il sole è coperto dalle nubi, con I’ altitudine la temperatura scende sempre di più, a 2 km dalla vetta entriamo nelle fredde nubi e così fino al passo II panorama è fatto solo di nubi grigie. Ci fermiamo per un rapido spuntino, dentro un gabbiotto di legno dove nelle belle giornate si cucinano wùrstel e crauti. Una foto ricordo e via giù verso Hospental.Al bivio, a sinistra si salirebbe al Furka Pass, noi svoltiamo a destra verso la caratteristica cittadina di Andermattche, raggiungiamo dopo 3 km.Altra sosta per una foto e su verso I’ Oberalp Pass. Il clima è radicalmente cambiato non fa più freddo e una tiepida brezza ci accarezza dolcemente. Saliamo lungo una strada molto panoramica incrociando di tanto in tanto la ferrovia che attraversa la Svizzera da est ad ovest. Sono 10 km di salita mai impegnativa, la media è del 5,7%.Al passo, a 2044 metri tira una brezza piuttosto fresca ma non preoccupante.Il sole compare e scompare ma nessun pericolo di pioggia o peggio.In un attimo scendiamo a Disentis e svoltiamo a destra, proseguendo, ancora in discesa, verso la valle che precede I’ attacco alla salita che porta al Passo del Lucomagno, a 1916 metri, lungo 16 km di salitapedalabile senza difficoltà. In vetta, la temperatura è decisamente diversa da quella trovata sul San Gottardo, sembra un altro mondo. Biasca è giù, dopo ben 42 km di meravigliosa discesa. Sulla strada larga e veloce sembra di volare.A Biasca abbiamo un imprevisto, arriviamo all’ auto dopo qualche difficoltà di orientamento. Ritroviamo gli altri ma, mancano Gianni e Massimo che pure, ne siamo certi erano avanti a noi. Attendiamo per quasi un ‘ora. Dei due, nessun segnale. Chiamiamo a casa di Gianni, il quale fortunatamente ha già comunicato alla moglie Clara la loro posizione. Sono arrivati tra un indugio e I’ altro a Bellinzona e ci aspettano nei pressi dell ‘ingresso dell ‘autostrada.

Sono le 17, tutto è andato bene, meno male, eravamo un tantino preoccupati!

Paolo Belloni.