Dall’album dei ricordi: Lourdes 1996

Nasce l’anno precedente dall’idea di Enzo Giudici, Giorgio Visentin ed altri, e all’inizio del 1996 si traduce in realtà.Inizialmente doveva essere una gita con i familiari al seguito con pullman poi, mancando le sufficienti adesioni diventa solo cicloturistica. Ecco cosa si legge in un volantino diffuso al tempo:

Il programma per i ciclisti prevede una “biciclettata” di 7 giorni per un totale di 1135 km. I ciclisti saranno “intrattenuti” da un paio di colli di prima categoria, il Colle del Monginevro di 1850 metri e Col du Lautaret di 2058 metri,come aperitivo, nella seconda tappa.Il pranzo sarà servito lungo la valle del Rodano che verrà percorsa, in discesa, durante la seconda e terza tappa.Il verrà servito in riva al mare nella quinta tappa mentre, la cena, si potrà gustare sui saliscendi dei Bassi Pirenei, nelle tappe conclusive.A Lourdes i campioni si potranno gustare un’intera giornata di riposo in compagnia dei parenti che vorranno partecipare alla gita. I due giorni necessari per il ritorno, saranno a mezzo pullman di lusso con tappa intermedia a La Gran Motte.Il rientro trionfale, conclusione dell’epica impresa, è previsto per domenica 30 giugno. E’ previsto un pulmino delG.S. Mazzese, con autista al seguito, per qualsiasi necessità.Successivamente, il programma diventa il seguente:

  • giugno, 1° tappa, Rho, Avigliana, di 168 km
  • giugno, 2° tappa, Avigliana, Moirans (Grenoble), di 228 km
  • 24 giugno, 3° tappa, Moirans, Bollene, di 171 km
  • giugno, 4° tappa, Bollene, Montpellier, di 168 km
  • giugno, 5° tappa, Montpellier, Carcassonne, di 154 km 27 giugno
  • , 6° tappa, Carcassonne, Saint Girons, di 126 km
  • 28 giugno, 7° tappa, Saint Girons, Lourdes di 143 km

In totale, 1158 km che diventeranno effettivamente 1250 per variazioni di percorso, errori e giri per trovare l’hotel.

Sabato 22 giugno, 1° tappa, Rho, Avigliana, di 168 km previsti ed effettivi percorsi 186.

Siamo in 12 più l’autista del pulmino, il ritrovo è previsto alle 6,30 davanti al Santuario di Rho,la partenza è fissata alle 7,00, dopo la benedizione di Padre Aziani.Da giorni piove in continuazione, durante la notte ha piovuto intensamente e al momento di partire piove ancora e il cielo è denso di nubi scure.Ormai tutto è deciso, non ci si può certo spaventare per un po’ di pioggia! Un saluto ai familiari che ci hanno accompagnato e via, si parte.Fino ad Alessandria, nonostante il cielo scuro, non piove se non a brevi tratti ma qui, ci coglie un’acquazzone. Non ci fermiamo, pedaliamo contro vento, lentamente ma continuamente, a mezzogiorno siamo nei pressi di Chivasso, sostiamo per il pranzo e ne approfittiamo per asciugarci completamente. Proseguiamo, attraversiamo Torino e imbocchiamo la valle di Susa. Gli ultimi 5-6 km li percorriamo contro un vento impetuoso che non ci permette di andare oltre 15-16 km/ora. Scopriamo poi che l’hotel è sull’altra sponda della Dora Riparia e dobbiamo ritornare indietro 5 km, questo significa che, se avessimo preso la strada giusta avremmo evitato il tratto col vento!

Domenica 23 giugno, 2° tappa, Avigliana, Moirans (Grenoble), di 228 km previsti e percorsi 236.

Alle 7,30, con una temperatura fresca per la stagione, si parte. Dopo pochi chilometri, a Orazio Scuri scoppia un pneumatico ( pochi attimi prima discutendo sulla pressione di gonfiaggio aveva detto di gonfiarli a 10 atmosfere!). Dopo poco più di 50 km la fame si fa’ già sentire, a Salbertrand, ci fermiamo in un parchetto con fontanella per un sostanzioso spuntino. Ci avviciniamo al primo aperitivo, il Colle del Monginevro, il gruppo si divide in gruppetti che arrancano. Il nostro accompagnatore, Luigi Gusmaroli col pulmino della Mazzese ci segue e a tratti si ferma per filmarci. In vetta, già territorio in francese sostiamo per un veloce spuntino, giù ci aspetta Briancon e poi, il secondo aperitivo, il Col du Lautaret. La strada sale larga, il traffico è scarso, in cielo solo qualche nuvoletta vagabonda, la pendenza non sembra un gran che ma, la bici stenta a salire, in effetti in alcuni tratti si avvicina all’ 8%. La salita è lunga 22 km, quando mancano 4-5 km alla vetta si scorge la strada che, partendo dal colle sale ancora, si snoda fino al successivo Col du Galibier a 2600 metri. Alcuni già provati dalla salita,hanno vissuto attimi di sconforto pensando di dover salire ancora lassù per quella strada! Alle 15 circa siamo tutti in vetta, tira un’aria piuttosto fresca e ci infiliamo in un bar per bel tè caldo e una merendina. Nel frattempo, il cielo si riempie di nubi scure e la temperatura scende ulteriormente, ci mettiamo i guanti invernali, il giubbino imbottito e via senza perdere tempo. Nei primi chilometri scende un nevischio leggero e freddo che rende pericolosa la discesa. Dobbiamo scendere con molta attenzione, piano piano, per non rischiare di scivolare e per attenuare il freddo che comunque ghiaccia i piedi e le mani, le rende insensibili e l’azione sui freni è difficile. Perdendo quota le temperatura torna alla normalità. A La Grave ci fermiamo, dopo una galleria, per togliere gli indumenti invernali. Mancano ancora 75 km a Grenoble, tutta discesa nella valle tra i boschi.A Grenoble abbiamo qualche difficoltà ad attraversarla, dobbiamo chiedere informazioni spesso. Siamo finalmente giunti alla periferia opposta ma sbagliamo strada e ci ritroviamo in autostrada. Per uscire, siamo costretti a scavalcare il guardrail, il pulmino invece si è accorto in tempo e si è fermato un attimo prima. Siamo tutti stanchi, e mancano ancora 22 km all’hotel, Giorgio fora e poi approfitta del pulmino per raggiungere l’hotel. Già sognavamo una doccia e una bella cena e invece, un gruppo di polacchi ha riempito la sala da pranzo e per noi non c’è proprio posto. Non ci resta che andare altrove ma, il posto che ci indicano è a 3 km. Allora il nostro bravo Luigi, col suo pulmino, fa’ due viaggi e ci porta tutti quanti! Tutto si è concluso felicemente, siamo stati fortunati e abbiamo cenato molto bene. Alle 23 finalmente a letto, eravamo in piedi, dalle 6,30.

Lunedì 24 giugno, 3° tappa, Moirans, Bollene, di 171 km previsti ed effettivi percorsi 180.

Dopo una colazione a buffet, più che abbondante, alle 8 siamo già in sella. La tappa di oggi non prevede difficoltà particolari, in effetti, percorrendo una strada purtroppo trafficata, sulla sponda sinistra del Rodano, incontriamo solo qualche modesto saliscendi. A Le Pouzin attraversiamo il fiume per proseguire sulla sponda destra. A Cura sostiamo attorno ad una fontana per il ristoro di mezzogiorno. Proseguiamo lungo l’argine del rodano su dei tratti assolutamente rettilinei fino a raggiungere Boline. Questa volta siamo arrivati presto, non siamo stanchi, l’hotel l’abbiamo trovato subito e soprattutto non ci sono problemi per la cena!

Martedì 25 giugno, 4° tappa, Boline, Montpellier, di 168 km previsti ed effettivi percorsi 195.

Nonostante una colazione “abbuffate” dove alcuni si sono anche riempiti le tasche di viveri, l’albergatore ci pratica un inaspettato “sconto” per ciclisti. Mi aspettavo semmai un “supplemento” per ciclisti, visto com’era andata! questaè una tappa molto bella che tocca località famose come Chateauneuf du Pape, dove abbiamo trovato una cantina per assaggiare i famosi vini locali e acquistare un paio di cartoni da bere in “caso di necessità”. A Tarascon adocchiamo un ristorantino che ci ispira e ci fermiamo a pranzare. Qui incontriamo un giornalista del posto che ci intervista e pubblica su un giornale locale un articoletto a noi dedicato che ci gentilmente ci invia a mezzo posta.Passiamo per Avignon per una visita veloce al castello e raggiungiamo Arles. Qui cidividiamo per una visita della città, in bicicletta poi, non riusciamo a trovare la strada per lasciare la città, o si poteva passare in bici oppure col pulmino.Nonostante le continue domande di informazione, nessuno sapeva indicarci il percorso, finalmenteincontriamo un ciclista, si tratta di un ex professionista, un certo Rodriguez, che molto gentilmente indica la strada per noi e per il pulmino e ci accompagna fino al rendez-vous. Ripartiamo allavolta di Aigues Mortes, una caratteristica cittadina tutta all’interno di alte mura. Ungruppetto si ferma qualche chilometro prima per assaggiare un vinello della zona, il resto prosegue per una rapida visita alla città. Riunito il gruppo si riparte per il tratto finale, lungo lacosta con numerose saline, a 11 km ci aspetta Montpellier. Qui inizia la ricerca dell’hotel, Montpellier è una grossa cittadina e l’hotel è dalla parte opposta.Dobbiamo chiedere più volte, un signore gentile ci disegna anche una cartina e finalmente, alle 20,30 raggiungiamo l’obiettivo, dopo aver percorso 27 km più del previsto.

Mercoledì 26 giugno, 5° tappa, Montpellier, Carcassonne, di 154 km previsti ed effettivi percorsi 170.

Siamo partiti da poco, abbiamo percorso solo qualche chilometro e ad una rotonda perdiamo di vista il pulmino. Ci fermiamo, ritorniamo alla rotonda, esploriamo qualche altra strada ma, del pulmino nessuna traccia. Non ci resta che proseguire, sperando che Luigi, conoscendo l’itinerario, ci aspetti o ci raggiunga lungo il percorso. A Sete telefoniamo all’hotel Ibis di Carcassonne, che usiamo come punto di contatto, per sapere se Luigi ha chiamato e comunicato la sua posizione. Ha telefonato ed ha detto di aspettarci a Capestang. Percorriamo altri 60 km, arriviamo a Capestang ma, di Luigi e del pulmino nessuna traccia. Esploriamo i dintorni ma nulla. Ci fermiamo in un ristorantea pranzare all’aperto, continuamente ci guardiamo intorno sperando di vedere passare il pulmino ma, nulla. All’hotel ci dicono che ha chiamato e che a questo punto ci aspetterà all’arrivo. Ripartiamo col cuore in pace ma, dopo qualche chilometro ci voltiamo indietro e come un miraggio rivediamo il pulmino che ancor lontano, ci sta raggiungendo. Si era fermato sì a Capestang ma, in un punto che non avevamo esplorato! Stavolta arriviamo a Carcassonne molto presto e ci resta del tempo da dedicare alla visita del famoso castello.

Giovedì 27 giugno, 6° tappa, Carcassonne, Saint Girons, di 126 km previsti ed effettivi percorsi 133.

Siamo ai piedi dei Pirenei, la tappa di oggi si prevede con numerosi saliscendi. Mauro accusa dei problemi al “sopra sella” e decide a malincuore di approfittare del pulmino. A Fanjeaux dopo 23 km, incontriamo la prima salita non dura ma lunga qualche chilometro che ci da il benvenuto sui Pirenei. A Mirepoix, una bella cittadina con dei porticati vecchi di secoli e pieni di storia, dopo solo 46 km dalla partenza, sosta ristoro a base di panini con gustosa pancetta,che i francesi affettano senza togliere la cotenna né il grasso in eccesso, e vinodi Chateauneuf du Pape. La strada è un continuo saliscendi, non ci sono mai tratti duri ma nemmeno tratti pianegganti, si sale il Col del Bouich a 599 metri, si scende a Castelnau a 315 e si risale a Rimont a 525 prima di giungere a Saint Girons a 391 e, alla fine della giornata la stanchezza si fa’ sentire eccome!. tuttavia, la tappa non è lunga e arriviamo all’hotel a metà pomeriggio, in tempo per fare un lunga visita alla cittadina. I titolari dell’albergo sono degli appassionati di “velo tout terrain” (mountain-bike) oltre che di bici da strada e organizzano per il dopo cena un incontro con Sylvain Tocchetto, presidente della “Ronde de l’Isard” la società ciclistica della città. Rappresentanti di questa società sono venuti più volte in Italia per partecipare alla “Fabio Casartelli” in commemorazione del corridore che, ha perso la vita cadendo in discesa dal Col du Portet d’Aspet, durante il Tour de France del 1995. In serata abbiamo anche avuto la fortuna di assistere un uno spettacolo folcloristico durante il quale si erige un grande falò per bruciare le streghe.

Venerdì 28 giugno, 7° tappa, Saint Girons, Lourdes di 143 km

Prima di lasciare l’albergo, ci spiegano che a poca distanza c’è il Col du Portet d’Aspet e c’è anche un monumento eretto a memoria di Fabio Casartelli, quindi, immediatamente si formano due gruppi, uno scalerà il colle, Paolo Belloni, Mauro Massignani,Pietro Bertacco, Sebastiano Sassu, Giuseppe Fossati, Lorenzo Visentin, Orazio Scuri e l’altro, viaggiando in piano, ci aspetterà col pulmino a Martres. Si parte alla volta del colle, non è molto alto,è infatti a soli 1069 metri, e nemmeno impegnativo, in discesa, poco prima della curva fatale, in un piccolo slargo, v’è la stele di pietra che ricorda lo sfortunato ciclista.Qualche attimo di raccoglimento, una preghiera, un pensiero a quel giorno funesto,una foto ricordo e via, i nostricompagni ci attendono. Giunti in fondo valle neincontriamo alcuni che ci stanno venendo incontro e, insieme, ci avviamo al punto picnic. Sì, perché avevano nel frattempo trovato uno spiazzo sotto a un grande albero, si erano accampati in attesa, e avevano già provveduto a fare acquisti di viveri”opportuni”. Per raggiungere Lourdes abbiamo dovuto superare ancora alcune asperità come il colle a La Barthe, di 650 metri e Le Haillaa 583 eLoucrup a 601 e finalmente alla meta, a metà pomeriggio, con tutto il tempo ancora per fare una visita alla Grotta.Restiamo qui due giorni, visitiamo i luoghi natali di Bernadette, la Cité posta su un’altura a ridosso, partecipiamo alla Santa Messa nella Basilica sotterranea Pio XII, sostiamo in raccoglimento davanti alla Grotta, percorriamo la ViaCrucis lungo un sentiero che sale nei boschi a sinistra della Basilica Maggiore e assistiamo alla funzione serale coi flambeau. Qualcuno avrebbe voluto, già che si era caldi e allenati, scalare anche il Col du Tourmalet che sta proprio lì dietro, si fa per dire, a Lourdes, a meno di 60 km. Sfortunatamente, il tempo cambiò in peggio, nubi nere si addensarono sui Pirenei per scoraggiare gli impavidi e la scalata andò in fumo, anzi, in pioggia!

Domenica 30 giugno, il ritorno a casa

Avremmo voluto tornare in bicicletta ma, altri 7 giorni di ferie non era possibile averli e allora, in 6 sul pulmino, Luigi Gusmaroli, Lorenzo e Giorgio Visentin, Giuseppe Fossati, Giovanni Colombo, Angelo Borghetti partono la mattina di buon’ora e il resto in treno nella tarda mattinata per essere a Rho a notte inoltrata.E’ stata una esperienzaindimenticabile, una bella galoppata che ha lasciato un ricordo profondo.

Il gruppo davanti al Santuario, da sinistra: Giuseppe Fossati, Orazio Scuri, Lorenzo Visentin, Mauro Massignani, Paolo Belloni, Gianni Marnini, PietroBertacco, Sebastiano Sassu, Fausto Grecchi, Angelo Borghetti, Giovanni Colombo, Giorgio Visentin e Luigi Gusmaroli.